Ecco il mio nuovo intervento per Rtl 102.5 per la trasmissione Non Stop News del 16 gennaio 2019 in merito all'uso che si fa in adolescenza dei videogames e, più in generale, del "virtuale".
Gli adolescenti di oggi sono sempre più ingaggiati in situazioni che potenzialmente li mettono a rischio di ritiro sociale se non ben contenuti dalle azioni normative e supportive dei genitori e degli adulti di riferimento (es: insegnanti, parenti, educatori...). I geitori devono essere come il suggeritore sul palcoscenico del teatro, invisibile ai più e piuttosto distante, ma, allo stesso tempo, molto presente e "sul copione" perchè, in caso di bisogno, può intervenire prontamente e suggerire la risposta all'attore-adolescente che è chiamato a portare a termine la sua rappresentazione personale (il suo processo di soggettivazione ed individuazione come soggetto in crescita verso l'età adultaI). Se tutto questo procede bene ed ognuno fa il suo ruolo, ci saranno applausi dalla platea (la società), altrimenti si rischia un ritiro sociale e/o comportamenti autolesivi ed un blocco evolutivo dell'adolescente. A cura del dott. Marco Santini Psicologo - Psicoterapeuta Esperto in adolescenza e D.C.A santini@percorsipsicologici.com
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![]() Il recente fatto di cronaca accaduto a Roma nei giorni scorsi ci deve far riflettere su quanto sia importante porre attenzione alle donne che attraversano il delicato e complesso periodo di vita della maternità, di cui spesso si sottovaluta ogni segnale di malessere o di disagio espresso. La maternità rappresenta un periodo critico per una donna, caratterizzato da profonde trasformazioni fisiche, psicologiche e relazionali. I cambiamenti e la riorganizzazione richiesti in questa fase, possono portare all’insorgenza di alcuni disturbi, tra cui la depressione post partum, che nelle società occidentali ha un’incidenza elevata e può provocare effetti negativi sulla relazione madre-bambino e sullo sviluppo del bambino. I sintomi più comuni includono umore depresso, perdita di interesse ed energia, cambiamenti alimentari e dei ritmi sonno-veglia, diminuzione della capacità di concentrarsi, sentimenti di inutilità e ricorrenti idee suicidarie. Sono numerosi i fattori di rischio che predispongono allo sviluppo della patologia: fattori biologici, ambientali, ginecologici e ostetrici, psicosociali e psicologici. Quelli che sembrano avere una maggiore incidenza sono una precedente storia di depressione, repentini cali fisiologici ormonali che si manifestano subito dopo il parto, la presenza di eventi di vita stressanti, lo scarso supporto sociale, l’ansia prenatale e condizioni economiche sfavorevoli. Conoscere quali sono i fattori che contribuiscono allo sviluppo della depressione post partum consente di predisporre degli interventi mirati e tempestivi, che possono prevenire la sua comparsa o ridurne le conseguenze negative. Sarebbe necessario un supporto che integri l’aspetto medico e psicologico dalle prime fasi della gravidanza fino al post partum, per affiancare tutte le donne affichè siano opportunamente seguite e informate su tutti gli aspetti. Il periodo della maternità dal senso comune viene dipinto come “periodo roseo” ma è anche complesso e comporta molte fatiche, che spesso vengono ignorate da chi ci circonda e la donna non si sente in diritto di esprimere le sue emozioni, soprattutto negative. Questo cambiamento ha i suoi lati oscuri, e per quanto la gravidanza possa essere desiderata ci sono aspetti scomodi che è importante riconoscere e accettare così come è importante chiedere aiuto e delegare. Anche se apparentemente sembrano sensazioni di poca rilevanza è importante dare sfogo alle proprie emozioni e prendere contatto con un esperto al fine di evitare un’emotività incontenibile. A cura della dott.ssa Simona Colamartino |
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Marzo 2022
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