Il cutting è una pratica diffusa in questi ultimi anni che vede l'espressione di un dolore psichico non elaborabile "messo in atto" sul proprio corpo che diviene teatro del malessere e dell'angoscia provata dal giovane. Il corpo però non può essere mostrato perchè portatore di quel malessere che è difficile da comunicare, e pertanto, lo si deve mascherare con maglie a manica lunga (anche d'estate, la stagione più odiata), jeans, braccialetti coprenti i polsi... Oggi si stima che questa pratica interessi due ragazzi su dieci che e sia maggiormente praticata dalle ragazze nel 67% dei casi (dati forniti dall'Osservatorio Nazionale Adolescenza). L'esordio è riscontrabile attorno agli 11 anni, quando si inizia a fare i conti con la pubertà e con una ristrutturazione identitaria nascente (si abbandona l'immagine del bambino/a che fino a quel momento aveva rassicurato il giovane e si deve competere con il gruppo dei pari di età e di genere, in un primo momento, e successivamente con il gruppo misto per genere ed età). Questi passaggi evolutivi sono spesso fonte di ansia e disagio, soprattutto se l'ambiente circostante al giovane adolescente non è particolarmente recettivo dei suoi nuovi bisogni o se si è vittima di bullismo. In queste situazioni, si possono verificare questi problemi che devono essere repentinamente trattati onde evitare l'insorgere di problematiche più gravi e di una cronicità del sintomo. A cura del dott. Marco Santini Psicologo-Pisocoterapeuta Esperto in problematiche adolescenziali santini@percorsipsicologici.com
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Marzo 2022
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