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GENITORI DA MANUALE: VERITA' O ILLUSIONE?

22/3/2018

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Carissimi,

nel mese di maggio inizieranno alcuni seminari organizzati dal nostro studio con la collaborazione proficua di colleghi psicologi e professionisti affini (medico geriatra, pedagogista). Di seguito, pubblichiamo il primo abstrat del seminario dal titolo: "Genitori da manuale: verità o illusione?" che si terrà il prossimo 12 maggio. La partecipazione è aperta a tutti, gratuita ma è obbligatorio iscriversi a causa dei posti limitati. Per iscrizioni o altre informazioni scrivere qui .


Prima di sposarmi avevo sei teorie circa l’educazione dei figli. Ora, ho sei figli e nessuna teoria. (John Wilmot)

Quanti manuali abbiamo ricevuto in regalo da amici, parenti e anche professionisti di vario stampo quando siamo diventati genitori?
Eppure, non appena arriva un bambino in famiglia spesso abbiamo l’impressione che tutte le cose interessanti che abbiamo letto e appreso siano difficili da applicare alla nostra realtà.

Nella vita nostra e dei nostri familiari tutto si trasforma: dagli aspetti più organizzativi legati alla cura del bebé, alla gestione della vita domestica; dalle abitudini in ambito privato, all’organizzazione degli impegni professionali, fino a trasformazioni più profonde nella nostra identità (passiamo infatti dall’essere principalmente figli, all’essere principalmente padri e madri, oltre che mariti/mogli/compagni).

Come se non bastasse la famiglia di oggi é molto diversa da quella di ieri e con tutta probabilità anche dalla famiglia di domani. Essa si modifica continuamente perché è soggetta ad influenze personali (nostre e dei nostri figli), evolutive, culturali e sociali che variano nel tempo: le esigenze socio economiche di oggi per esempio richiedono sempre più un impegno da parte di entrambe I genitori nella ricerca di un lavoro, che costringe inevitabilmente a cambiare le proprie abitudini per la gestione dei figli.

Ciò rende in qualche modo  l’integrazione dei nostri ruoli (sociali, familiari e professionali) particolarmente complicata; senza contare che quando crediamo di aver finalmente trovato la formula giusta per gestire la nostra famiglia, tutto cambia nuovamente. 
Va da sé che anche il ruolo dei genitori, oltre che essere molto complesso, é anche un ruolo in continua trasformazione.

Perciò, durante questo percorso, capita spesso che ci si trovi ad attraversare momenti di fatica e disorientamento. Queste trasformazioni, infatti, tendono a mettere in ombra le risorse che ciascun individuo possiede ed é perciò proprio in questo contesto che si inserisce l’incontro da noi progettato, il cui obiettivo consiste nel creare un’occasione di incontro e scambio di esperienze per sostenere le famiglie, ed i membri che la compongono, nella riscoperta proprio di queste risorse.

In conclusione, tornando alla citazione d’apertura: significa dunque che dobbiamo abbandonare l’idea che esistano formule magiche per per essere “buoni genitori”? Certo non é così semplice, ma ciò non deve indurci a perdere ogni speranza; anzi dovrebbe stimolare in noi una continua ricerca delle modalità che riteniamo più in linea con i nostri valori e delle soluzioni che di volta in volta riteniamo più adatte per noi e per la nostra famiglia. 

Ad ogni modo, una cosa é certa: il solo fatto che vi siate soffermati nella lettura di questo breve articolo dimostra che siete già ad un buon punto dell’essere “buoni genitori”, poiché é dimostrazione del fatto che siete disposti a porvi delle domande e siete disponibili al confronto e alla condivisione con l’altro.


A cura delle dott.sse Flavia Donadoni e Patrizia Meola


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TERAPIA DI COPPIA: QUANDO E' NECESSARIA?

6/3/2018

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terapia di coppia
In questo articolo prendiamo in esame quando è necessario intraprendere una terapia di coppia da uno psicoterapeuta esperto in problematiche di coppia. Molto spesso, infatti, veniamo contattati solo quando la situazione all'interno della coppia si è resa così difficile che anche il nostro intervento come professionisti del benessere psicologico risulta essere difficoltoso se non vano e assistiamo allo sgretolarsi di relazioni e ad epiloghi fatti di separazioni ed altà conflittualità.

Pertanto, in questo breve articolo, vogliamo indicare i fattori che a nostro avviso devono essere considerati dei campanelli d'allarme per poter iniziare sin da subito una terapia di coppia che possa trasformare e bonificare le dinamiche disfunzionali innescate nella relazione sentimentale e rendere nuovamente lo stare insieme un momento piacevole e arricchente la vita della singola persona.


Una premessa risulta doverosa, chi decide di intraprendere una consultazione di coppia deve sapere che non verrà giudicato, la terapia di coppia non mira a capire torti o ragioni o a dare giudizi, bensì si orienta nell'individuare quali sono le dinamiche (disfunzionali) presenti nella coppia, prenderne coscienza per cercare di modificarle nel corso del trattamento clinico.

I campanelli di allarme che più spesso sono segnale di un malessere profondo sono:


  1. difficoltà a comunicare al partner
  2. difficoltà sul piano relazionale e diminuzione del tempo passato insieme
  3. continue crisi di pianto, di rabbia, di gelosia
  4. pensieri di tradimento (agito o fantasticato)
  5. difficoltà della sfera sessuale (assenza di rapporti o mancanza di piacere)
  6. crisi coniugale
  7. sentimenti di delusione e di estraneità nella coppia
  8. problemi di infertilità
  9. malattia grave di uno dei due partner
  10. malessere crescente quando si è in compagnia del partner

In presenza dei fattori sopra esposti, il nostro consiglio è quello di prendere contatto con un consulente di coppia che possa in pochi colloqui (generalmente sono necessari 3 incontri) inquadrare il problema in essere all'interno della coppia e la dinamica disfunzionale che si è creata.

Dopo questa fase, si può valutare con maggiore consapevolezza se c'è il desiderio da parte del nucleo, di iniziare una vera e propria terapia di coppia che possa sciogliere i "nodi" che si sono venuti a creare (spesso negli anni) per migliorare la qualità della vita e il benessere dei singoli individui e dei familiari a loro vicini.

E' bene specificare che non sempre lo stare insieme è la scelta migliore o quella che è determinata dall'esito della terapia di coppia, infatti, in  alcuni casi, piuttosto rari, le coppie al termine della terapia decidono di separarsi. Tuttavia arrivano a questa scelta con una consapevolezza diversa, più matura e senza rimorsi per non averci provato fino all'ultimo.

Molto più spesso, invece, le dinamiche di coppia ritornano ad essere più funzionali e più orientate al desiderio dello stare insieme e le persone riprendono il loro percorso di vita con un bagaglio esperenziale maggiore e con una consapevolezza dei bisogni e desideri del partner più matura e più attenta.



A cura dello staff dello studio di psicologia
"Percorsi Psicologici"



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PSICOLOGI PER L'ADOLESCENZA: ISTRUZIONI PER L'USO

5/3/2018

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PSICOLOGI PER L'ADOLESCENZA
Spesso veniamo contattati per aiutare adolescenti in difficoltà o che hanno un blocco evolutivo. In questo post vogliamo, dunque, esplicitare il nostro modo di lavorare con i ragazzi che vivono situazioni problematiche per poter aiutare eventuali genitori in difficolta' nel già difficile ruolo del "genitore".

Il nostro studio di psicologia, infatti, ha un'area di grande attenzione verso l'adolescenza e verso i problemi che i genitori possono incontrare nel corso della crescita dei loro figli. Siamo specializzati in problematiche dell'adolescenza e abbiamo alcuni psicologi-psicoterapeuti che si sono dedicati nella loro formazione clinica pluriennale ad acquisire competenze specifiche relative ai problemi dell'adolescenza e della pre-adolescenza.

In questi anni, abbiamo trattato diverse problematiche cliniche che hanno esordio in adolescenza e che, se non curate, spesso si possono trascinare anche nell'età adulta. Il nostro campo di intervento e i nostri professionisti trattano disturbi alimentari (anoressia, bulimia) e tutto ciò che ha a che fare con l'attacco al corpo (cutting, autolesionismo in genere, bruciature, tentati suicidi, blocchi scolastici e ritiro sociale e relazionale).

Questi comportamenti sono espressione di un malessere profondo a cui si deve dare voce cercando un luogo e un canale comunicativo dove poter esprimere a parole questo disagio piuttosto che agirlo inconsapevolmente con il corpo.

Il nostro approccio nella cura degli adolescenti passa da una metodica di consultazione caratterizzata da 3 fasi:


  1. la fase preliminare è costitutita da 1-2 colloqui psicologici in cui si ricevono i soli genitori (se il nucleo è separato, laddove possibile si vedono ugualmente insieme o, in alternativa, se è presente un'alta conflittualità si vedono separatamente) in modo da avere il punto di vista della madre e del padre per rendere esplicita la loro visione delle cose e far emergere i loro pensieri e le loro idee su quello che sta capitando al proprio figlio/a. La presenza di entrambi i genitori nel percorso di cura del figlio/a è fondamentale per una buona alleanza terapeutica (oltre che per questioni legali essendo necessaria la firma di entrambi per poter offrire una consulenza psicologica al proprio figlio/a se è minorenne).
  2. nella fase centrale, si vede il ragazzo/a per 2 incontri, da solo/a, in modo da comprendere ciò che sta avvenendo e iniziare a gettare le basi per un eventuale lavoro terapeutico. Questo passaggio è molto delicato perchè si inizia a creare un'alleanza terapeutica con l'adolescente che sarà poi fondamentale per il lavoro successivo, laddove venga ritenuto necessario. Infatti, non è così scontato che persista il problema e che non lo si possa risolvere in pochi colloqui preliminari.
  3. nella fase finale, si effettua un ultimo colloquio di restituzione all'interno nucleo (genitori+figlio/a) dove si rimanda il funzionamento delle dinamiche che causano problemi e quali possono essere i percorsi migliori per quell'adolescente per un sano recupero del proprio equilibrio psicologico (psicoterapia individuale o di gruppo). In alcuni casi, è anche consigliato ai genitori d'iniziare ad intraprendere un percorso di sostegno psicologico per aiutarli nella relazione con l'adolescente.

Nel caso in cui si inizia poi un percorso psicoterapeutico per l'adolescente è importante precisare che lo psicoterapeuta che seguirà il proprio figlio/a non può seguire anche i genitori che vengono aiutati, nei casi in cui ci sia una richiesta di supporto genitoriale o se le condizioni lo richiedono, da un altro psicoterapeuta che lavora in rete con il collega che segue il figlio/a.

In questo modo, riusciamo a garantire a ciascun soggetto richiedente uno spazio esclusivo d'aiuto, sia all'adolescente che al genitore, dove poter portare il proprio disagio e dover poter lavorare per un sano benessere familiare e personale.

A cura del dott. Marco Santini
Psicologo-Psicoterapeuta



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    Gli articoli presenti in questo blog di psicologia sono redatti dallo staff dello studio di psicologia e psicoterapia "Percorsi Psicologici" nel comune intento di divulgare temi a carattere psicologico e di fare cultura per un sano benessere psicologico.

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