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VERSO I DSA E OLTRE...EMOZIONI E TRATTAMENTO EDUCATIVO CO.CLI.T.E (abstract del seminario del 19 maggio 2018)

16/4/2018

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Il seminario si pone l’obiettivo di informare, orientare ed offrire uno spazio di confronto sul tema dei Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia).

Che cos’è un DSA? Quali effetti potrebbe produrre sull’immagine di sé, sulla strutturazione dell’identità e nella relazione con gli altri? Quali sono le possibili implicazioni a livello scolastico e nella vita quotidiana? Cosa è possibile fare per favorire lo sviluppo delle personali potenzialità di ognuno?

All’interno di un’ottica relazionale le professioniste sottolineeranno l’importanza di un approccio globale che ascolti e accolga l’individuo nella sua interezza, con le sue molteplici caratteristiche e specificità, i suoi vissuti e le sue emozioni, non confinandolo nei limiti stretti di un’etichetta diagnostica.

All’interno di questa cornice sarà possibile approfondire un intervento di natura educativa (secondo le linee del sistema CO.CLI.T.E.), atto a potenziare le abilità scolastiche e personali, al fine di raggiungere la migliore autonomia del bambino o del ragazzo con DSA, senza cedere ad “aiuti” sostitutivi (lettura di altri, sintetizzatore vocale, scrittura su tastiera, ecc.), grazie a un’interazione sinergica tra famiglia-scuola-specialista.

L’incontro, ad ingresso gratuito, si terrà in viale Suzzani 96 a Milano (scala B, citofono 2003).

Per ragioni organizzative è richiesta l’iscrizione: seminari@email.it


LE CONDUTTRICI:

Dott.ssa SARA PERINI, Pedagogista Clinica
Laureata in Consulenza Pedagogica per la Disabilità e la Marginalità con il massimo dei voti presso l’Università Cattolica di Milano, si è poi specializzata in Pedagogia Clinica.
Mediatrice Feuerstein e Specialista Itard (sistema CO.CLI.T.E. e Cognitive Motor Training), si occupa di trattamenti educativi per Disturbi Specifici di Apprendimento, Disturbi di Attenzione e Iperattività, disturbi della motricità e difficoltà scolastiche.
Effettua percorsi di potenziamento cognitivo, sui prerequisiti all’apprendimento, sul metodo di studio e di orientamento scolastico.
Offre consulenze pedagogiche alla famiglia e alla scuola e promuove percorsi di formazione per insegnanti e figure educative scolastiche ed extrascolastiche.

Dott.ssa DANIELA ZAMBONI, Psicologa Psicoterapeuta
Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università degli studi di Padova e specializzata in psicoterapia presso l’Istituto di Psicoterapia del bambino e dell’adolescente (PSIBA), svolge privatamente attività clinica di valutazione e cura ad orientamento psicodinamico con bambini, adolescenti e adulti. È accreditata con l’equipe 101 presso l’ATS di Milano per la diagnosi e certificazione di DSA Da alcuni anni lavora presso l’unità operativa di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (UONPIA) dell’Ospedale di Niguarda dove ha maturato un’ampia esperienza integrata dei percorsi valutativi, di supporto e di cura dei minori e delle loro famiglie.

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Ricomincia la scuola: come prepararsi psicologicamente

13/9/2017

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psicologo fobia scolare
La scuola è iniziata da poco, genitori e figli sono chiamati a riprendere un ritmo o, ad iniziarlo per chi quest'anno comincia la frequenza scolastica, che spesso può generare ansie, preoccupazioni fino all'angoscia (come per esempio avviene nella fobia scolare).


In questo breve articolo cercheremo di indicare alcune buone pratiche che possono aiutare a vivere al meglio questo periodo per tutti i soggetti interessati (siano essi bambini, adolescenti o genitori).


Per iniziare, visto che si arriva da un periodo di ferie dove sicuramente i ritmi del sonno hanno subito un cambiamento (facendo più tardi la sera) è bene riprendere il ritmo sonno-veglia solito, cercando di fare attività serali pre-addormentamento che non sollecitino troppo la mente (come giocare al telefono, ai videogames) così da arrivare al momento del sonno in un clima più rilassato.



Dopo aver regolarizzato il proprio riposo, è bene seguire (o riprendere) una corretta alimentazione che possa favorire una buona acquisizione di energie che saranno poi spese a scuola, quindi, è bene fare una ricca colazione senza eccedere in cibi troppo difficili da digerire (in questi casi la frutta, il mieie e qualche biscotto sono alimenti ottimi da dare ai propri figli).


Curati questi due aspetti, si inizia ad entrare più nel campo psicologico, quello dove in questa fase di ripresa, possono albergare emozioni, timori (del nuovo, di non farcela, di essere abbandonato soprattutto per i più piccoli che si staccano dai propri genitori per la prima volta o dopo molto tempo..ecc).

Il consiglio che possiamo darvi, in questi casi, è quello di verbalizzare queste emozioni e paure, non c'è nulla di male nel poter esplicitare che forse questi eventi sociali, come la ripresa della scuola, possono creare in vostro figlio un pò di ansia e paura e che queste sono emozioni legittime e normali (se non sono vissute eccessivamente e se non divengono ostacolanti la vita del bambino/ragazzo). Per questo, parlatene liberamente con loro e vedrete che questa fase iniziale passerà agevolmente senza problemi.


A cura del dott. Marco Santini
Psicologo - Psicoterapeuta
santini@percorsipsicologici.com


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Ansia da separazione nei bambini: sintomi e cura

6/11/2014

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ansia da separazione cosa fare
L’ansia da separazione fa riferimento ad uno stadio dello sviluppo caratterizzato dalla reazione di paura e di opposizione che il bambino manifesta quando le sue principali figure di accudimento, di norma la madre, si allontanano da lui o quando è in presenza di figure a lui estranee.

Lo psicoanalista Renè Spitz ha studiato questo stadio in cui si manifesta l’angoscia dell’estraneo (angoscia dell’ottavo mese), in cui il bambino impara a differenziare fra i vari volti umani e a reagire in modo positivo a quelli a lui noti, i familiari, e nin modo negativo a quelli a lui estranei.

Questa conquista sul piano dello sviluppo e delle sue capacità sociali e relazionali è molto importante e, come tale, è un passaggio obbligato ma transitorio.

Compare in genere intorno agli 8 mesi di vita e talvolta può esprimersi anche con una crisi di pianto disperato, che si calma solo quando il piccolo viene rassicurato dalla presenza del suo caregiver (chi lo accudisce).


Questa fase dello sviluppo testimonia come egli abbia appreso a riconoscere chi si occupa di lui, come abbia stabilito con il caregiver un legame di attaccamento e come percepisca in sua assenza un pericolo.

Sebbene le ansie da separazione siano normali tra gli infanti o i bambini ai primi passi, non sono invece consone per bambini più grandi o adolescenti e potrebbero descrivere i sintomi del Disturbo d’Ansia da Separazione.

Per raggiungere questa diagnosi, l’ansia o la paura deve comportare stress o disagi di tipo sociale, scolastico, lavorativo e tali sintomi devono perdurare almeno 1 mese. I bambini con ansia da separazione possono letteralmente attaccarsi ai propri genitori e avere difficoltà nell'addormentarsi da soli durante la notte.

L’ansia da separazione è sovente associata a sintomi della depressione, come isolamento, apatia, tristezza, difficoltà di concentrazione.
Spesso vi possono essere incubi o terrore durante la notte.

Talvolta, tale condizione può durare diversi anni e può diventare un precursore di un disturbo d'ansia oggigiorno ben noto a molte persone, l'attacco di panico con agorafobia. Le persone adulte, che soffrono di tale disturbo, potrebbero avere difficoltà a spostarsi e potrebbero essere terrorizzati dalla separazione dai loro stessi bambini e dal partner.

In questi casi la psicoterapia diviene uno strumento utile per superare queste paure per un generale benessere.


A cura del dott. Marco Santini
Psicologo - Psicoterapeuta
santini@percorsipsicologici.com


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Fobia Scolare: come riconoscerla e cosa fare per superarla

5/11/2014

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fobia scolare

La maggior parte delle persone adulte ricorda giornate in cui proprio non aveva voglia di andare a scuola… Le scuse erano diverse come un malessere (la febbre, il mal di pancia, il mal di testa ecc).
Non sempre portavano all'obiettivo, evitare la scuola, anzi spesso, malgrado le proteste, i genitori ti obbligavano ad andare a scuola.

La “fobia scolastica” o “scolare” è stata riconosciuta sul finire degli anni sessanta, ma solo negli ultimi decenni è considerata come possibile causa quando si è in presenza di un bambino o di un adolescente che mostra importanti segni di ansia e stress al solo pensiero di andare a scuola. Quando non si tratta di semplice negligenza, ma di una vera fobia, ogni manovra per convincere il bambino o l’adolescente ad andare a scuola porta a comportamenti oppositivi, come pianti dirotti, scatti d’ira, calci, urla ecc. I genitori, in questi, casi si sentono impotenti e non sanno come risolvere il problema.

I ragazzi che soffrono di questa fobia tentano di fuggire da una situazione per loro estremamente ansiogena.

L’età critica per questo disturbo è quella che va dai 6 ai 14 anni; si stima che circa il 1% della popolazione in età scolare ne possa soffrire.

COSA FARE:

L’importante è primariamente rendersi conto se il rifiuto della scuola viene vissuto come una necessità, una soluzione ai propri problemi di paura, ansia e stress. Tra i più piccoli, questa difficoltà si può presentare quando, ad esempio, vi è una forte ansia da separazione dai genitori, il terrore di essere lasciati soli.

Tra i ragazzi più grandi, il fenomeno si manifesta in particolare dopo un trasferimento, un cambiamento di classe o di scuola, a causa della perdita dei propri punti di riferimento.

Se non si riesce a superare questo disagio, è opportuno contattare uno specialista per poter aiutare il bambino/ragazzo nell'affrontare le proprie ansie, paure per una ripresa più serena del proprio percorso scolastico.

A cura del dott. Marco Santini
Psicologo - Psicoterapeuta
santini@percorsipsicologici.com

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    Gli articoli presenti in questo blog di psicologia sono redatti dallo staff dello studio di psicologia e psicoterapia "Percorsi Psicologici" nel comune intento di divulgare temi a carattere psicologico e di fare cultura per un sano benessere psicologico.

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