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SINDROME DA ALIENAZIONE PARENTALE

16/9/2015

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sindrome da alienazione parentaleSindrome da alienazione parentale
Sempre più spesso nell'ambito dei conflitti coniugali si sente parlare di Sindrome da Alienazione Parantale.


UN TENTATIVO DI DEFINIZIONE



La Sindrome da Alienazione Parentale è una condizione in cui si osserva il rifiuto da parte di uno o più figli di mantere una relazione con uno dei due genitori (definito “alienato”), in assenza di   alcun giustificato motivo (quali, ad esempio, abusi o maltrattamenti).

Comunemente la responsabilità di tale dinamica viene attribuita all'altro genitore, l'”alienante”,  che, attraverso atteggiamenti  velati o per mezzo di esplicite critiche nei confronti del genitore alienato, indurrebbe il figlio ad interrompere qualsiasi contatto con quest'ultimo.

Tale visione sembrerebbe porre un genitore nel ruolo di vittima (l'alienato) e l'altro nel ruolo di carnefice (l'alienante), ma una simile spiegazione rischia di ricondurre un fenomeno cosi complesso ad una dinamica causa-effetto troppo lineare e semplicistica.

La Sindrome da Alienazione Parentale, secondo un'altra prospettiva, potrebbe essere considerata come una condizione che vede tutti gli attori coinvolti come protagonisti attivi e co-responsabili del processo di alienazione dove:


  • il genitore alienante (che in genere ha la custodia del figlio) assume il ruolo di manipolatore di successo, grazie ad un efficace gioco di manipolazione,  riuscendo a spingere il figlio ad “allearsi” con lui e a diventare “nemico” dell'altro genitore.


  • Il genitore alienato diviene il manipolatore fallimentare, per mezzo di un atteggiamento passivo e di forte rancore verso il primo che contribuisce ad allontanare da sé il figlio.


  • Il figlio che, nella decisione di allearsi con un genitore e di escludere l'altro, assume una posizione di potere ben precisa nella dinamica relazionale, allontanando da sé il rischio di divenire strumento e vittima del conflitto coniugale.


In un contesto simile, caratterizzato da continue manipolazioni, ricatti e da un'elevata conflittualità, il rischio è che vengano demolite totalmente le già precarie funzioni genitoriali e che si sviluppino forme di disagio psicologico di rilevanza clinica cui potrebbero andare incontro tutti i membri coinvolti nel gioco relazionale sopra descritto.


L'INTERVENTO CLINICO


Se si abbraccia l'ipotesi che la Sindrome di Alienazione Parentale sia frutto di un processo a cui contribuiscono in modo più o meno consapevole, con i loro comportamenti, entrambi i genitori e il figlio, un utile intervento potrebbe essere la psicoterapia familiare.

Un lavoro sull'intero nucleo familiare, infatti,  permetterebbe di ristabilire nuovi equilibri relazionali mettendo fine o alleviando il conflitto.

L'obiettivo è il coinvolgimento di ciascun membro in un percorso congiunto di rinarrazione della storia familiare in cui possano essere integrati tutti i punti di vista e dove poter valorizzare le risorse di ognuno, nella difficile sfida di una genitorialità serena.


A cura della Dott.ssa Irene Tesoro
Psicologa – specializzanda in psicoterapia
irenetesoro5@gmail.com

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LA MEDIAZIONE FAMILIARE: AL SERVIZIO DELLA COPPIA

27/2/2015

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mediazione familiare sesto san giovanni
La mediazione familiare è utile per le coppie in fase di separazione o già separate e le aiuta a trovare un equilibrio per la gestione della quotidianità nel reciproco interesse (specie in presenza di figli minorenni).


Il ruolo del mediatore familiare non è quello di ricostituire il rapporto di coppia, infatti, non siamo nel campo della terapia di coppia che ha come finalità proprio il recupero dell'unione e la risoluzione del conflitto,  ma in questo ambito si tende piuttosto a seguire la coppia , all'interno  di un percorso già intrapreso di separazione o divorzio, per trovare le basi per un accordo reciproco tra le parti e duraturo nel tempo, tenendo conto dei bisogni di ciascuno.

Si rivolge principalmente a coppie con figli, in quanto uno degli obiettivi della mediazione familiare è la riorganizzazione delle relazioni familiari in un'ottica di continuità genitoriale con particolare riguardo all'interesse della prole.

La mediazione familiare è una competenza che risulta essere trasversale dato che utilizza conoscenze proprie alla sociologia, alla psicologia e alla giurisprudenza finalizzate all'uso di tecniche specifiche quali quelle di mediazione e di negoziazione del conflitto.

Vista la tematica delicata e la sofferenza che è insita in un processo di separazione, è bene non affidarsi a singoli professionisti, che purtroppo anche in questo campo tendono a "crescere come funghi", ma di affidarsi a centri specializzati che possano garantire una presa in carico totale, avvalendosi anche delle diverse professionalità che servono in un contesto di mediazione (per esempio la presenza dell'avvocato per la parte dedicata al diritto giuridico, la presenza di psicoterapeuti con competenze differenti per il benessere psicologico e il supporto di coloro i quali ne facciano richiesta all'interno del nucleo familiare).

A cura del dott. Marco Santini
Psicologo - Psicoterapeuta
santini@percorsipsicologici.com


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